




MALGA STAIN
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Da decenni, forse secoli, durante l’estate l'uomo utilizzava le praterie di alta montagna per il pascolo degli animali
domestici grazie ad un complesso e attrezzato sistema di lavoro: le malghe. Si tratta di aziende agricole formate
dalle praterie alpine, da edifici in pietra a loro servizio e da strade, pozze d'acqua e muri a secco. Decine,
spesso centinaia di capi bovini, ma anche ovini, caprini ed equini vengono fatti pascolare secondo modalità che
si rifanno ad un sapere locale consolidato. Condizioni ambientali ideali, unite al sapiente uso delle tecniche tradizionali
di lavorazione conferiscono al latte, ai formaggi, al burro e alla ricotta dei sapori unici, non riproducibili
nei caseifici di fondovalle o di pianura.
UN PAESAGGIO IN EVOLUZIONE
Il costante ed equilibrato pascolo effettuato nel corso del tempo ha favorito la crescita dell'erba, ostacolando
la vegetazione invadente e garantendo, anno dopo anno, il mantenimento degli spazi aperti. Per ragioni di tipo economico
e sociale, specialmente in alcune zone poco vocate alla zootecnia, si è assistito negli ultimi anni ad un progressivo
abbandono delle attività agricole tradizionali, come è avvenuto per malga Stain. Per questo motivo la vegetazione
forestale, soprattutto alle basse quote, si è riaffermata proggerssivamente sul prato e sono rimasti gli edifici
tradizionali. Questi in assenza di manutenzione sarebbero stati irrimediabilmente condannati all’abbandono e
alla fatiscenza.
LA MUNGITURA
In passato veniva effettuata a mano, oggi invece si svolge prevalentemente con strumenti meccanici.
È una delle operazioni più lunghe e delicate del lavoro di malga: serve qualche ora per mungere il bestiame e
riporre il latte munto in locali appositi, molto freschi, in attesa della lavorazione. La mungitura si effettua
all’alba e nel tardo pomeriggio dopo aver concentrato la mandria all'interno dei \"barek\": i recinti ricavati
con i sassi ottenuti dallo spietramento dei pascoli.
IL FORMAGGIO SILTER
La produzione del formaggio Silter è tipica della Valle Camonica e delle zone prealpine a est del lago d'Iseo.
Il nome del formaggio deriva dal termine con il quale venivano indicate le tipiche costruzioni situate sui pascoli
ad alta quota destinate alla lavorazione e/o prima stagionatura sei formaggi prodotti.
Il silter viene preparato esclusivamente con il latte di vacche di razza Bruna Alpina, da sempre allevata in queste zone,
seguendo una tecnica di lavorazione artigianale tramandata da molte generazioni. La crosta è gialla, dura e liscia;
la pasta giallo paglierina si presenta dopo 6 mesi leggermente occhiata dal sapore dolce anche se aromatico;
a un anno di stagionatura l'occhiatura è piú diffusa, la pasta piú consistente al taglio, il sapore e l'aroma
caratteristici si accentuano e il formaggio è ottimo anche da grattugia.
INFORMAZIONI UTILI E CONTATTI
www.saporidivallecamonica.it
Rifugio Malga Stain
www.rifugiomalgastain.it
Telefono: 338-8542450
fonti bibliografiche:
-Guida del Parco dell’Adamello, autori Vari, Ente Parco Adamello (BS)
-Ente Parco adamello, Guido Calvi e Laura Valenti
fotografie:
-Guido Calvi - Elio Della Ferrara (Ente Parco dell’adamello)
-Mauro Speziari
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BAITELLO DEL LATTE DI VALMAZZONE
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Nel pascolo di Valmazzone, sito a 1320 mt di altitudine sopra l’abitato di Edolo , si trova un agglomerato di sei
fabbricati rurali per l’alpeggio. Discosto dai fabbricati destinati a stalle e fienili, edificato su un terreno
acquitrinoso, si erge quella che si può definire una vera perla dell’architettura rurale alpina, unica nel suo genere
in tutta la Valle Camonica e forse in tutta la Lombardia. Si tratta del baitello destinato alla conservazione del latte,
per questo edificato adiacente ad una sorgente che, incanalata all’interno del piccolo locale, manteneva fresca la
temperatura. Quattro pareti in granito e malta di calce sorreggono una copertura a dir poco sbalorditiva: un tetto a
doppia falda, costituito da 15 lastroni di granito appena sbozzati lunghi 3.5 mt e larghi 0,5 mt del peso complessivo
approssimativamente tra le 12 e 13 tonnellate. Le lastre, ricavate da un enorme masso ai margini del pascolo che ancora
oggi porta i segni del lavoro di estrazione, non fungevano solo da copertura, ma anche da accumulatore termico in grado
di conservare la giusta frescura all’interno del baitello durante le ore più calde della giornata.
Entrando negli edifici attigui si scopre che questa follia della tecnica (follia per l’eccezionale lavoro di estrazione,
e posa), non fu isolato, poiché già alcuni solai dei cascinali erano realizzati appunto con lastre di granito dello
stesso tipo.
INFORMAZIONI UTILI E CONTATTI
I.A.T. Edolo
P.zza Martiri della Libertà,2
Email: iat.edolo@tiscali.it
Telefono: 0364/71065
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SENTIERO N.1 - ALTA VIA DELL'ADAMELLO
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Un viaggio alla scoperta di un mondo straordinario e mutevole, entro i quali sono concentrati tanti e tali fenomeni naturalistici,
da sbalordire quell'escursionista che non si accontenta di camminare, ma che chiede oltre alle suggestioni estetiche, anche risposte
complete e significative delle manifestazioni naturali che incontra.
Ma è anche un tuffo nella storia più recente,
raccontata dai resti di insediamenti militari della grande guerra: trincee, muraglie, caverne, opere che sembrano imponenti,
ma che la natura si è incaricata di riassorbire col suo ritmo lento e inarrestabile.
Concepito nel 1969 dall’idea e dalla
passione di Renato Floreancing, noto alpinista bresciano, il sentiero n. 1 “Alta via dell’Adamello” è un percorso di trekking
attraverso il gruppo montuoso dell’Adamello. Il sentiero consente, nell’arco di tempo minimo di una settimana di percorrere a tappe
il tragitto a piedi di quasi 70 km, dalla conca di Bazena, comune di Breno nei pressi del passo di Crocedomini, fino al cospetto
della parete nord dell’Adamello per terminare poco a monte di Edolo. Il tutto rimanendo sempre al di fuori dei centri e dei nuclei
abitati, in alta montagna e sempre in luoghi di grande pregio naturalistico e ambientale, all’interno del territorio del parco
dell’Adamello, cogliendo aspetti completamente differenti di tappa in tappa. I rifugi che si incontrano sul percorso sono punti
di appoggio logistici, ma anche punti di informazione sul posto. Molte sono le occasioni per poter deviare il percorso su atri
itinerari altrettanto interessanti, ad ogni rifugio c’è questa possibilità che vi concederanno di gustare le peculiarità più nascoste
del nostro territorio.
Percorso rivolto ad escursionisti esperti con un buon grado di allenamento e ben attrezzati.
AVVERTENZE: per alta via si intende un tracciato con difficoltà non eccessive, in ambiente di media montagna, che richiede
più giorni di marcia e che, attravero sentieri e tratti segnalati, mette in comunicazione un intero gruppo montuoso.
Queste informazioni hanno quindi solo scopo illustrativo. L’alta via dell’Adamello è un percorso escursionistico per soli alpinisti
esperti.
fonti bibliografiche:
-Opuscolo sentiero n.1 L’Alta Via dell’Adamello, Parco Adamello
-Dario Furlanetto, Guido Calvi, Massimo Cervelli, Parco Adamello
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